In Body(e)Motion il nostro obiettivo è il trattamento del paziente in chiave integrata, globale e funzionale.
Se ti è stata da poco diagnosticata la sindrome del colon irritabile o soffri da tempo di questo disturbo ma non hai mai affrontato in maniera corretta il problema rivolgiti a noi e, insieme, troveremo il percorso più adatto alle tue esigenze.
Cos’è la sindrome del colon irritabile?
La sindrome del colon irritabile (in inglese irritable bowel syndrome – IBS) è una condizione che porta il paziente ad avere disturbi quali dolore addominale, gonfiore, meteorismo o distensione intestinale, flatulenza eccessiva, alvo alterato (diarrea, stipsi o una alternanza delle due).
Si stima che la IBS interessi il 7-15% della popolazione e che il sesso femminile ne sia più colpito (con un rapporto di 2 a 1). Non esistono delle stime assolutamente precise perché questo tipo di problematica viene spesso sottovalutata. È spesso difficile da diagnosticare e ciò porta inevitabilmente ad un peggioramento dei sintomi ed alla compromissione del benessere del paziente.
Da cosa è causata la sindrome del colon irritabile?
La IBS ha cause multifattoriali e ancora non del tutto chiarite. Esistono diversi studi che la collegano a una dis-regolazione del transito intestinale, all’infiammazione della mucosa intestinale, a cause genetiche ed ereditarie e all’alterazione della comunicazione dell’asse cervello-intestino. La diagnosi è sempre fatta da parte del medico e prevede innanzitutto l’esclusione di altre patologie e può contemplare la prescrizione di diverse analisi. Per la diagnosi di IBS in genere bisogna aver escluso altre patologie ed essere in presenza di dolore addominale ricorrente (almeno una volta a settimana nei tre mesi precedenti) associato almeno a due delle seguenti condizioni: miglioramento/peggioramento del dolore con la defecazione; cambiamento della consistenza delle feci; cambiamento nella frequenza dell’evacuazione.
L’asse cervello-intestino
È ormai noto che l’intestino ha una comunicazione bilaterale con il cervello. Ma come avviene questo? Tramite quello che oggi è universalmente riconosciuto come Sistema Nervoso Enterico (SNE) composto da plessi nervosi intrinseci e nervi estrinseci. Il SNE ha una propria autonomia, ma comunica continuamente con il cervello ed il Sistema Nervoso Centrale sia attraverso vie neuronali che tramite meccanismi endocrini ed immunologici e, viceversa, il cervello è in grado di comunicare con il SNE e influenzare l’attività di tutte le cellule del sistema digerente. Il microbiota intestinale, ovvero l’enorme comunità di microbi che occupano il nostro spazio gastroenterico, è parte attiva di questa comunicazione ed è capace anch’esso di entrare in contatto sia con il SNC che con il SNE.
L’ipersensibilità viscerale
Una alterazione della comunicazione dell’asse cervello-intestino può essere causa di quelli che sono noti come fenomeni di ipersensibilità viscerale in cui l’aumentata intensità dei segnali che dall’intestino arrivano al cervello stimolano risposte che aumentano la percezione del dolore. L'ipersensibilità viscerale può generare fenomeni di iperalgesia (in cui la sensazione dolorosa è più intensa ed è causata da uno stimolo che normalmente provoca dolore) e fenomeni di allodinia (elevata sensazione di dolore causato da stimoli che normalmente non lo provocherebbero). Informazioni che arrivano dall’intestino che coinvolgono fattori come alterazioni (qualitative e quantitative) del microbiota intestinale, modificazioni della risposta intestinale a vari cibi o un’alterata attivazione del sistema immunitario intestinale, possono determinare ipersensibilità viscerale.
Il trattamento dell’IBS... soltanto una corretta alimentazione?
È noto ormai da tempo che le persone con IBS migliorano la loro sintomatologia con un protocollo dietetico noto come Low Fodmap. I Fodmap sono dei carboidrati a corta catena assorbiti in modo incompleto nel tratto gastro-intestinale che normalmente favoriscono l’insorgenza di fenomeni di fermentazione intestinale i quali, in persone affette da IBS, possono causare una ipersensibilità viscerale. La dieta Low Fodmap non va considerata una dieta di esclusione, ma di sostituzione dei cibi contenenti alte percentuali di Fodmap con cibi a basse percentuali di Fodmap e comprende diverse fasi di sostituzione e reintroduzione di alcuni alimenti; per questo è importante non affidarsi al fai-da-te o a siti con informazioni di dubbia validità, ma rivolgersi ad un biologo nutrizionista che possa indicarti il percorso più adatto a te.
Tenendo conto di quanto detto, e cioè che l’IBS ha diverse cause scatenanti… il trattamento nutrizionale da solo è sempre efficace? La risposta è: dipende!! Non sempre il solo approccio alimentare può dare il massimo risultato, alcune volte può essere d’aiuto anche l’osteopatia ed in particolare quella branca dell’osteopatia che si occupa del trattamento dei visceri: l’osteopatia viscerale.
Il razionale del trattamento osteopatico nell’IBS
L’Osteopatia si occupa principalmente di problematiche di tipo strutturale e meccanico, nell'ambito del sistema muscolo-scheletrico, alle quali possono corrispondere alterazioni funzionali del sistema viscerale (ma sappiamo che, allo stesso modo, agisce il meccanismo inverso, per il quale una problematica funzionale del sistema viscerale può provocare una sintomatologia a carico del sistema muscolo-scheletrico). Per approcciare ad una disfunzione a carico del sistema viscerale l'osteopata può avvalersi, tra le altre tecniche manipolatorie, della manipolazione viscerale. Questa è atta a ristabilire la corretta mobilità e motilità dell'organo da trattare ed ha come obiettivo il recupero della sua corretta funzione. È ormai noto, grazie a diversi studi scientifici, che il trattamento manipolativo osteopatico (OMT) sia un valido supporto nel trattamento e cura della sintomatologia legata a IBS, nello specifico nel ridurre sintomi quali dolore addominale, stipsi, diarrea e contribuendo altresì al miglioramento del benessere generale e quindi della qualità di vita. Si ritiene, infatti, che la perdita della motilità dei tessuti del sistema gastro-intestinale disturbi i meccanismi di autoregolazione di base del corpo umano.
Il trattamento osteopatico sarà estremamente personalizzato secondo il giudizio dell'osteopata curante tenendo sempre al centro della sua attività la persona e non la patologia.
L' osteopata utilizzerà l’esame palpatorio per valutare i tessuti, ricercando in essi restrizioni di motilità e cambiamenti nella struttura e nel tono, che potrebbero essere rilevanti per i sintomi del paziente.
Per i pazienti con IBS, l'OMT ha come obiettivo quello di aiutare a normalizzare il flusso ematico, il fluido linfatico e l’equilibrio del sistema nervoso autonomo, e potrebbe mirare a ripristinare la normale motilità ed elasticità dei visceri e delle strutture che si trovano intorno ad essi.
È oltremodo importante sottolineare che gli studi condotti non hanno rilevato eventi avversi attribuibili all'OMT; possiamo dunque affermare che non sono note controindicazioni assolute al trattamento osteopatico, e tutti i pazienti possono beneficiarne!
Il nostro approccio al paziente
In Body(e)Motion il nostro obiettivo è il trattamento del paziente in chiave olistica, globale e funzionale. Per questo durante la prima visita (nutrizionale, osteopatica o psicoterapica) largo spazio viene lasciato alla raccolta dell’anamnesi e alla discussione col paziente stesso dell’approccio migliore da seguire per raggiungere i suoi obiettivi.
Se ti è stata da poco diagnosticata la sindrome del colon irritabile o soffri da tempo di questo disturbo ma non hai mai affrontato in maniera corretta il problema rivolgiti a noi e, insieme, troveremo il percorso più adatto alle tue esigenze.
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